sabato 2 maggio 2015

A zita de Puzàne

 
Si racconta che a Pulsano, un paesino della provincia di Taranto, c’era una ragazza molto vanitosa a cui piaceva molto vestirsi con abiti “ all’ultima moda” e abbastanza appariscenti.
Immaginatevi quindi come era vestita il giorno del suo matrimonio: una gonna ampia tutta a balze  con pizzi e fiocchi, un corpetto tutto ricamato con nastri e lustrini,  un lungo strascico ed un’acconciatura con piume che si innalzavano al cielo, oscillando ad ogni passo.
Attraversò così tutto il paese,  sentendosi una “regina” e scatenando invidie e critiche.
Giunta davanti alla chiesa si presentò un problema:  il vestito era così ingombrante e voluminoso che la sposa non passava  dal portone della chiesa. Il padre le chiese di togliersi il cappello, ma lei non volle, per non rovinarsi l’acconciatura dei capelli. La madre le consigliò di chinarsi, ma lei non volle,  per non sgualcire il vestito.
La “zita” (sposa) pretendeva invece che venissero chiamati dei muratori per allargare il vano del portone della chiesa.
Intanto il tempo passava, ma neanche le preghiere del prete riuscirono a convincere la sposa ad  “ abbassare la testa ”.
Ad avere la meglio sui capricci della sposa fu l’impazienza di uno degli invitati che, si piazzò dietro la sposa viziata e, con un improvviso calcio nel sedere la fece arrivare di colpo al centro della chiesa!
Sull’altare però lo sposo non c’era più perché, avendo assistito a tutta la scena, aveva pensato bene di cambiare idea abbandonandola ai suoi capricci.

Da allora ancora oggi una persona capricciosa e con molte pretese che,  temporeggiando per ottenere tutto, finisce per ottenere niente,  si dice che è come  “a zita de Puzàne ... ca remanì sola c’u màzze mmàne” …

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